Semi autoctoni
Nella lotta per lo spazio, la luce, l’acqua e i nutrienti, ogni prato sviluppa con il tempo un equilibrio ideale. Se si vuole creare nuovi prati fioriti, la scelta della giusta miscela di semi è essenziale, così come la regione biogeografica. I semi acquistati nei green center non sono una soluzione adeguata.
I semi “giusti"
In un prato, le piante competono duramente per lo spazio, la luce, l’acqua e i nutrienti. Tuttavia, accanto alla competizione, c'è anche la coesistenza: un equilibrio dinamico tra diverse specie animali e vegetali che condividono risorse e spazio senza eliminarsi a vicenda.
Il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige ha suddiviso il territorio provinciale in dieci piccole regioni biogeografiche, tra cui la Val Venosta, la Val d’Ultimo, il Sud dell’Alto Adige, la Valle Aurina e le Dolomiti occidentali.
L'utilizzo di semi autoctoni, provenienti dalle regioni specifiche, favorisce lo sviluppo di ecosistemi locali in equilibrio, che rispettano le particolari condizioni ambientali e climatiche di ciascuna area.
Metodi di raccolta
Ci sono tre metodi per la raccolta:
I semi maturi possono essere raccolti a mano, ogni specie singolarmente.La raccolta può essere effettuata anche meccanicamente.Nel terzo metodo, il prato viene falciato e il materiale falciato, ancora verde, viene trasferito dall'area donatrice all'area ricevente, dove viene sparpagliato e ulteriormente lavorato secondo il consueto processo di essiccazione del fieno. I semi maturano durante il processo di essiccazione del fieno e cadono.
L’importanza delle sementi
L'ideale sarebbe utilizzare semi raccolti localmente. Nel cosiddetto metodo del “copiare il prato”, ad esempio, i semi dei fiori vengono raccolti da un'area che per esempio deve essere scavata per lavori di costruzione, conservati e, una volta terminati i lavori, si può creare un nuovo prato fiorito ricco di specie. In questo modo si preserva la diversità genetica locale.